UN AVVENTURA LA PUOI IMMAGINARE MA NON SARA' MAI COME VIVERLA


La prima parte di questo viaggio è stata estremamente emozionante, ma il tutto si era limitato a quote di acclimatamento abbastanza semplici.
In questa parte del racconto si entra nel vivo di quelle situazioni più estreme che ti fà vivere l'alta quota.
Da questo punto in poi, la nostra avventura si sposterà sui campi alti.

Giorno 7

Oggi lasceremo il campo base di Confluencia per inoltrarci nella prima vera giornata dura, quella che in qualche modo ci ha presentato il conto della decisione di affrontare questa spedizione in alta montagna, per giunta in totale autonomia.

La sveglia suona alle 6 del mattino, ci aspetta una giornata veramente impegnativa.
Partendo dai 3.400 di Confluencia, dobbiamo affrontare 18 km sino a raggiungere i 4.400 metri di Plaza de Mulas.
(Plaza de Mulas è il centro nevralgico delle spedizioni sull'Aconcagua, è anche l'ultimo campo dove le mule trasportano le attrezzature degli alpinisiti che affrontano l'ascesa di questa montagana,

( Le mule sono animali estremamente resistenti che vengono utilizzati per il trasporto in alta quota dei materiali )

Smontiamo la nostra tenda, risistemiamo i nostri zaini e raggiungiamo l'equipe medica nel loro campo tenda per le visite mediche.
Ci fanno tutti i controlli di routine, e tutti e 3 abbiamo dei parametri perfetti.
Stiamo benissimo e siamo carichi di positività, ma ancora non sapevamo perfettamente la giornata che ci attendeva.

Iniziamo a camminare lungo l'immensa vallata alluvionale di Playa Ancha. Intorno a noi le gigantesche vette delle Ande, mentre a Nord Ovest, bella evidente si vedeva l'imponente parete dell'Aconcagua.
Questo è un tratto molto lungo con un dislivello importante e i sentieri molto accidentati.

Bastano pochi km per capire che sarà una giornata tutt'altro che semplice, il vento tira ad una velocità impressionante e gli zaini pesano veramente tanto.
Cerchiamo di tenere un passo abbastanza veloce ma concedendoci tante pause (più per la schiena che per le gambe).

Superiamo i 4.000 metri e ci troviamo di fronte alla Cuesta Brava, un sentiero in salita molto ripido che sale velocemente di quota.

Io e Giuseppe abbiamo chiesto veramente tanto al nostro fisico, gli zaini pesavano in maniera eccessiva e l'alta quota iniziava a far circolare meno ossigeno nei nostri polmoni e nei nostri muscoli.
Claudio essendo già acclimatato aveva molta più energia di noi, per giunta si stava facendo veramente tardi.
A quel punto prendiamo la decisione di separarci da Claudio, il piano era quello di far arrivare lui al campo base di plaza de Mulas e li avrebbe pagato 1 o 2 portatori che ci avrebbero raggiunti per alleggerire i nostri zaini.

Claudio parte, mentre io e Giuseppe ci prendiamo qualche minuto di pausa prima di affrontare la tostissima e ripida salita della Cuesta Brava.

Finiscono i minuti di recupero, si è fatto veramente tardi e dobbiamo assolutamente ripartire.

Da questo momento siamo soli io e Giuseppe.



Facendo una stima dei km percorsi, pensavamo che il campo base fosse proprio alla fine della salita, quindi cerchiamo di dare tutto quello che abbiamo, ma la salita è veramente ostile.
Più o meno a metà della Cuesta Brava arriva uno dei portatori d'alta quota, prende il mio zaino e và via senza spiegazioni.
Pensavamo arrivasse un secondo ragazzo che prendesse quello di Giuseppe e soprattutto ci guidasse al campo base visto che stava per fare buio, ma non arrivò nessun altro.

Riusciamo a concludere questa maledetta salita, nel frattempo tra fatica ed alta quota inizia a venirmi un fortissimo mal di testa. Terminata l'interminabile salita (praticamente quasi al buio), vediamo una lucina molto lontana, era il campo base di Plaza de Mulas, ancora molto lontano da noi.
Siamo esausti e molto nervosi, anche nel parlare tra di noi si avvertiva tensione, la fatica ci stava innervosendo.
Arriva il buio, ci troviamo costretti ad accendere le luci frontali, ma a questo punto era anche molto difficile individuare il sentiero.

Sentivamo il fiume scorrere sotto di noi tanto in basso da capire che ci saremmo dovuti muovere con molta cautela perchè intorno a noi c'era molta verticalità.

Inizia a far freddo e dopo alcuni minuti di tensione, punto la pila verso il precipizio e vedo la carcassa di una mula probabilmente scivolata mentre trasportava i materiali degli scalatori al campo base.
Guardo verso la mia sinistra e vedo le feci di questi animali, a questo punto sono convinto che il sentiero sia per forza questo.
Chiamo Giuseppe e gli dico che sono riuscito ad individuare il sentiero, lui si fida e mi segue.

Camminiamo ancora per circa un ora e mezza quando finalmente raggiungiamo Plaza de Mulas, eravamo praticamente devastati.
Claudio era lì che ci aspettava, ovviamente esausto anche lui.

Era esattamente la notte di Natale, ma il nostro umore non era certo quello di fare festa, quindi con le ultime forze rimaste montiamo la tenda e ci infiliamo subito e sveniamo tutti e 3 in un sonno profondo.



Giorno 8

Ci svegliamo con molta calma, questo era il nostro giorno di recupero.
Usciamo dalla tenda e subito ci rendiamo conto di quanto spettacolare era il paesaggio intorno a noi.
Arrivando la sera prima al buio non c'eravamo minimante resi conto di tutto questo spettacolo.

Questa giornata la passiamo interamente ad idratarci il più possibile, a mangiare bene e poi fare un breve trekking sino alle pendici del ghiacciaio passando per quelle particolari forme di neve e ghiaccio chiamate Penitentes.

Cosa sono i Penitentes?
Il nome penitentes deriva da alcuni cappucci indossati in processioni religiose, sono queste particolari e abbastanza rare formazioni nevose, sempre orientate verso il Sole.
Hanno bisogno di due fattori fondamentali per formarsi: clima molto secco e molto freddo.
Ecco perché si possono trovare praticamente solo nella regione delle Ande. Qui le montagne passano i 5000-6000 metri in pieno deserto, favorendo condizioni ottimali per la loro formazione.



Giorno 9

Giornata di acclimatamento.

Oggi saliamo un pò di quota e ci passiamo alcune ore in modo da far abituare gradualmente il nostro organismo alla diminuzione dell'ossigeno nell'aria.

La nostra escursione di acclimatamento prevedeva la vetta di monte Bonete a 5.100 mt.
La giornata è spettacolare, il sole riesce a portare un pò di caldo anche a queste quote.
Il percorso è molto verticale con alcuni passaggi da fare con molta attenzione.
Dopo circa 2' ore e 30' arriviamo in vetta al Bonete.

La vista che ci si presenta di fronte è qualcosa di un inspiegabile bellezza.
A Ovest la vista spazia sul versante Cileno, mentre ad Est, di fronte a noi L'Aconcagua che si mostra con tutta la sua imponenza.
A guardarla da qua sembra veramente difficile immaginare di poterla scalare.

Restiamo sulla vetta del Bonete per circa 3 ore per far si che il nostro organismo si adatti alle quote più alte.

Riprendiamo la nostra discesa verso Plaza de Mulas. Una discesa tutt'altro che scontata in quanto i sentieri percorsi in salita, destavano non poche preoccupazioni in discesa.
I sentieri erano sottilissimi e di una terra molto farinosa, spesso si scivolava fuori dal sentiero ed era difficile riuscire a fermarsi.

Superata la parte molto verticale, tiriamo finalmente un sospiro di sollievo.

Rientrati al campo base ci prepariamo tutte le attrezzature da portarci dietro per raggiungere il campo base successivo, Campo Canada a 5.050 mt, un trekking di circa 3/4 ore con un dislivello di 700 mt.

Arriva la sera e noi iniziamo a preparare la nostra cena fatta di cibi liofilizzati e cioccolati.
Durante la cena facciamo un check della giornata passata e valutiamo le nostre condizioni fisiche, decidiamo di prenderci un altro giorno di riposo al campo base di Plaza de Mulas prima di passare definitivamente ai campi alti.



Giorno 10

Questa giornata è l'ultima qui a Plaza de Mulas. La passiamo interamente ad idratarci, mangiare, riposarci e fare le visite mediche.

Nel pomeriggio approfitto del fatto che in questo campo base il cellulare abbia un minimo di ricezione e quindi riesco a sentire telefonicamente mia moglie Valeria, mi dice che tra qualche ora sarebbe dovuta andare a fare la prima ecografia.

Improvvisamente mi sale un nodo in gola, sarei voluto essere lì con lei.
Rimaniamo d'accordo che ci saremo fatti una videochiamata.

Passa circa un' ora, mi squilla il telefono, è mia sorella (che ha accompagnato Valeria dal ginecologo) che mi stà facendo la videochiamata, sono emozionatissimo. Rispondo e la schermata era impostata sullo monitor dell' ecografia.

È il nostro primo incontro ufficiale, è un puntino minuscolo e il suo cuore batte velocissimo. Scoppio a piangere, non riesco più a dire una parola, voglio chiudere e isolarmi per un pò.

Ricordo di essere stato diverse ore a fissare le cime e piangere come un bambino.
Un mix esagerato di emozioni mi stavano divorando.


(Non sò realmente il perchè, ma da questo momento, anche nei giorni successivi, sentivo spesso la necessità di stare da solo diverse ore.)

Arriva l'ora di cena e riprendiamo a fare il nostro solito check e soprattutto buttiamo giù 2 righe sù come gestire le prossime giornate in alta quota.
Stiamo andando incontro alla parte più delicata e difficile di tutta la spedizione.
Terminata la nostra riunione decidiamo di andare a letto molto presto vista la giornata successiva che ci attendeva.
Ma prima di infilarmi dentro la tenda, sento la necessità di stare un pò da solo. Mi allontano dalla tenda, sento un forte senso di solitudine, improvvisamente scoppio a piangere.

Non riesco a smettere di pensare al cuoricino impazzito di quel piccolo esserino.



Giorno 11

da Plaza de Mulas 4400 mt a Camp Canada 5050 mt

La sveglia suona prestissimo, dobbiamo smontare la tenda, ricaricare gli zaini e preparare tutta l'attrezzatura d'alta quota.

Siamo pronti, iniziamo il nostro cammino verso i campi più alti

Ci aspettano 650 mt di dislivello e il sentiero parte subito con una salita tostissima.
Le gambe si induriscono già da subito e lo zaino riprende a pesare come un macigno sulla schiena.

Nonostante tutto, per la prima ora riusciamo a tenere un bel ritmo, ( forse anche troppo visto il carico che ognuno di noi stava trasportando.)
Dopo circa un' ora ci fermiamo per la prima pausa, non parliamo tanto, forse inconsapevolmente sapevamo di dover amministrare il poco ossigeno.
Ripartiamo, ma il ritmo non era più brillante come il primo tratto, l'alta quota inizia a farsi sentire.

Dopo circa 4 ore e mezza di cammino in salita, raggiungiamo Camp Canada.
Prepariamo il bivacco e andiamo al ghiacciaio a prendere il ghiaccio che ci servirà per preparare l'acqua da bere e cucinare.

Siamo molto stanchi ed io mi faccio un pisolino fuori dalla tenda.
Tutt'un tratto mi sveglio di sobbalzo, non riesco a respirare, mi sono reso conto di essere andato in apnea durante il sonno, mi spavento tanto ma cerco di calmarmi.
Questo è uno degli effetti dell'alta quota.

Le apnee notturne mi accompagneranno in tutta la permanenza in alta quota

Passiamo il resto della giornata a sciogliere acqua e idratarci.
Camp Canada è rivolto ad Ovest e questo ci ha permesso di assistere ad uno dei tramonti più belli che abbia mai visto.
Eravamo molto in alto e il sole spariva dietro la catena delle Ande.

Abbiamo assistito ad un vero e proprio spettacolo.
Mentre il sole spariva pian piano, decido di farmi una passeggiata in solitaria, e penso a quanto sono lontano, a quanto sono stanco, a quanto mi manca Valeria e la mia famiglia, a quanto mi manca il figlio che ancora non conosco ma che già amo con tutto me stesso.

Ritorno alla tenda, facciamo 4 chiacchere e prepariamo il piano per i prossimi giorni, decidiamo che il giorno seguente Giorno 12 lo passeremo ancora qua a recuperare, sciogliere acqua e idratarci (Cosa fondamentale in alta quota).

I giorni seguenti saranno un mix di emozioni esplosive.
Il giorno di tentativo di vetta si avvicina e con lei anche le tensioni e le paure, e a rendere tutto più stressante, sono state alcune vicende molto al limite vissute da alcuni alpinisti che in quei giorni hanno condiviso con noi lo stesso campo base.

La terza e ultima parte mi ha fatto rivivere momenti veramente forti...

...A breve il continuo...



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