MAGICO SUPRAMONTE


COS'È IL SUPRAMONTE

Il Supramonte è un gigantesco massiccio calcareo che occupa una grossa porzione della Sardegna centro Orientale ed appartiene ai comuni di Oliena, Dorgali, Orgosolo, Urzulei e Baunei.

COS'È LA GRANDE TRAVERSATA DEL SUPRAMONTE

La grande Traversata del Supramonte attraversa quello di Orgosolo e di Oliena con un percorso suddiviso in 4 giorni, che partendo da Arcu Correboi ( il più alto attraversamento stradale di un rilievo montuoso in Sardegna ) arriva sino alle sorgenti di Su Gologone, attraversando per buona parte un lungo tratto in cresta con degli scenari mozzafiato.

"la Grande Traversata del Supramonte(GTS) è uno dei quei percorsi di più giorni che non possono mancare tra le esperienze di chi ama l'escursionismo e l'avventura".



NASCE UN IDEA

Qualche mese prima della traversata, un mio amico (Salvatore.S) mi propone di fare la Grande traversata del Supramonte insieme a lui ed un altro nostro amico in comune (Massimo.P), con molto entusiasmo e senza nessuna esitazione decido di dare la mia disponibilità.

Per lavoro calpesto molto spesso i sentieri del Supramonte e molte tratte della traversata le conoscevo già, ma non avevo mai concatenato cosi tante bellezze in un unico cammino, e poi l'idea di vivere quest'esperienza di più giorni con questi 2 fantastici ragazzi mi attirava tantissimo.

Era una giornata di Luglio, e la partenza era stata fissata per metà Ottobre.

A questo punto c'era da mettersi a lavoro, sia con gli allenamenti che con la preparazione dell'intera logistica.

A causa di un estate dal caldo infernale, gli allenamenti sono risultati più duri del dovuto, ma l'entusiasmo era maggiore di ogni fatica.



UN NUOVO COMPAGNO D'AVVENTURA

Un giorno chiacchierando con un amico, mi racconta che una delle sue ambizioni era quella di fare il GR20 ( Sentiero a lunga percorrenza che attraversa la Corsica da Nord Ovest a Sud Est seguendo la principale catena montuosa dell'isola ) e che avrebbe voluto regalarsi quest'esperienza per il suo Cinquantesimo compleanno e mi chiese se fossi disponibile a fare questa traversata insieme a lui.

L'idea era spettacolare e non nascondo che mi attirava tantissimo ma avevo già dato parola ai 2 amici che avrei partecipato con loro al GTS, fù così che decisi di proporgli di unirsi a noi alla grande traversata del Supramonte.
Mi sembrò da subito entusiasta e mi rispose immediatamente di si...



PIANIFICAZIONE, DUBBI, ENTUSIASMO

La voglia di metterci alla prova era veramente tanta ma la poca disponibilità di giornate libere di ognuno di noi ci porta a decidere di saltare la prima tappa, ( seppur molto bella, risultava molto semplice e quasi interamente sù una strada carreggiabile, e sopratutto un tratto gia conosciuto molto bene da tutti noi ), e di bivaccare direttamente la prima notte al cuile Senepida, e per accorciare ulteriormente le giornate, decidiamo di unire la seconda e la terza tappa ( la più dura ).

Questa decisione mi lasciava un pò dubbioso in quanto la siccità dell'estate appena trascorsa non ci garantiva la possibilità di trovare l'acqua nelle raccolte d'acqua naturali presenti lungo il percorso, motivo che ci costringeva a farci carico di tutta l'acqua necessaria per tutta la traversata direttamente nello zaino di ognuno di noi già dalla partenza.

Tra acqua, cibo, sacchi a pelo, soccorso ecc, lo zaino iniziava ad avere un peso importante.

Tutti questi fattori mi creavano un pò di ansia in quanto conoscevo bene la mia condizione atletica ma essendo per gli altri la prima volta che affrontavano una traversata di più giorni, avevo paura che non tutti avrebbero retto lo stress del dislivello e di tutte quelle ore di cammino in salita con uno zaino pesante carico sulle spalle.



DALLA CURIOSITA' ALLA DECISIONE DI AVVENTURARSI

2 giorni prima della partenza, un amico (Giampaolo) molto incuriosito da ciò che stavamo andando a fare, mi fà delle domande molto specifiche al termine del quale mi esprime la sua voglia di unirsi a noi.
Questa sua decisione inizialmente mi preoccupa un pò in quanto la traversata unendo le 2 tappe, sarebbe stata molto dura, ma conoscendo l'elemento, seppur con tanta fatica ero certo che avrebbe retto.

Anche Giampaolo si unisce al gruppo.



ORGOSOLO E IL NOSTRO PRIMO BIVACCO

Giovedi 13 Ottobre carichiamo gli zaini in macchina e via verso Orgosolo dove avremmo incontrato un nostro amico che ci avrebbe accompagnato in fuoristrada al cuile di Senepida.
Arriviamo nel bellissimo paese di Orgosolo ( che nel frattempo si preparava per la festa di Cortes Apertas del fine settimana ) Una birra veloce in un bar del paese e subito via verso la nostra prima notte d'avventura.
Eravamo carichi e motivati, non vedevamo l'ora di iniziare la nostra esperienza.

Arriviamo al cuile Senepida praticamente al buio, scarichiamo i nostri zaini e ci organizziamo per la notte e nel frattempo Massimo mette in piedi un arrostita degna di un ristorante stellato.

Ceniamo, e di fronte ad un bicchiere di vino, organizziamo ilpiano per la giornata successiva, consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata.



INIZIA LA TRAVERSATA

La sveglia era impostata per le 6.30 del mattino ma alle 5.00 eravamo già tutti svegli, cosi decidiamo di fare colazione, riordinare gli zaini e di partire con 1 ora di anticipo rispetto alla tabella di marcia.

Fuori è ancora buio pesto e soprattutto fà ancora molto freddo. Mettiamo le nostre pile frontali sulla testa e iniziamo ad incamminarci.

Pian piano il sole inizia a fare capolino formando una spettacolare striscia color fuoco all'orizzonte.
Attraversiamo una parte della favolosa foresta di Sas Baddes proprio mentre la luce del giorno inizia ad intensificarsi.
Una volta fuori dalla foresta, si apre uno scenario spettacolare, di fronte a noi si vedeva in maniera nitida ( complice il forte vento )
lo spettacolare Nuraghe Mereu, il flumineddu e tante altre spettacolari bellezze conservate in questo gigantesco massiccio calcareo.

Camminiamo ininterrottamente sino a raggiungere Hampu Donanigoro.
Da qui avremmo dovuto raggiungere Cuile Ziu Raffaele, o meglio, quello che ne resta, per il nostro secondo bivacco in quanto da qui sarebbe dovuta finire la tappa del giorno, ma avendo scelto di unire queste 2 tappe, decidiamo di svoltare a sinistra per raggiungere la spettacolare Dolina di Su Suercone e fare pausa prima di rimetterci in marcia.

L'IMPONENZA DELLA DOLINA DI SU SUERCONE

Qualche minuto di cammino e raggiungiamo la Dolina di Su Suercone.
Questo posto l'ho visto gia altre volte ma ogni volta che mi affaccio sulle sue pareti, l'emozione è sempre la stessa.
Sembra un posto fuori dal mondo, come se un gigantesco meteorite gli fosse caduto addosso formando un enorme cratere.

Di fronte a tanta bellezza facciamo la nostra prima vera sosta e osserviamo dall'alto quello che sarà il nostro percorso da affrontare.



SOLE, VENTO, PIOGGIA, NEBBIA, TANTE STAGIONI IN UNA MANCIATA DI ORE

Ci rimettiamo in cammino, da qui in poi inizia il tratto più difficile, con una salita quasi continua sino a Iscalha e S'Arenanrgiu, per poi mollare qualche chilometro e riprendere nuovamente in salita sino ai piedi di Punta Corrasi.

Avevamo gia diversi chilometri sulle nostre gambe e questo tratto ci ha praticamente distrutto, cosi decidiamo di fare un altra lunga pausa a iscalha 'e S'Arenargiu.
Il sole splendeva ma il vento tirava molto forte e in lontananza nella direzione che avremmo dovuto prendere, si notavano dei grossi nuvoloni.

Ci rimettiamo in marcia, percorriamo il sentiero 402 che ci porta sulle creste... Ancora una dura salita.
Continuiamo a camminare in mezzo ad un gigantesco banco di nebbia e il vento spinge talmente forte da sbilanciarci spesso e volentieri.
Purtroppo la nebbia è veramente fitta e non ci permette di godere della vista che regala questo tratto di sentiero che da Scala Marras porta sino all'altopiano di Pradu.



FINALMENTE PUNTA CORRASI

Arriviamo finalmente sotto Punta Corrasi, da qua in poi seguiremo il sentiero 401 che in ripida discesa ci porterà in direzione del nostro campo da bivacco, Cuile Vilithi Vilithi.

Continuiamo la nostra discesa sempre dentro un enorme banco di nebbia, la fatica sulle gambe e sulla schiena inizia a farsi sentire con più decisione, non vediamo l'ora di arrivare al nostro campo base, siamo tutti stremati e come se non bastasse il tratto da Pradu sino al Cuile Vilithi Vilithi lo abbiamo fatto sotto un incessante pioggia, ma ormai mancava poco e quindi gli animi erano un pò più allegri.

Ancora qualche chilometro e finalmente si materializza il nostro mai tanto atteso Cuile.
Entriamo immediatamente al suo interno e la prima cosa che ho fatto è stata quella di togliermi immediatamente le scarpe dai piedi, non ne potevo proprio piu.
Non avevamo neanche più le forze di togliere i sacchi a pelo dallo zaino.

Riposiamo una mezz'ora e poi finalmente raccogliamo le forze per sistemarci all'interno.

Quella sera abbiamo fatto giusto in tempo a mangiare 2 scatolette di tonno per poi crollare in un sonno profond dalle 19.30 di sera.



LA NATURA E I SUOI SCENOGRAFICI SPETTACOLI

Ricordo di aver aperto gli occhi all'alba e dalla porta fatta di ginepri filtrava una fortissima luce rossa... era l'alba... decisi di aprire la porta e di fronte a noi si è presentato uno spettacolo talmente bello che sarebbe impossibile da descrivere.
Le montagne erano tinte di un rosso fuoco intensissimo e la linea dell'orizzonte sembrava un esplosione di colori che dal rosso si trasformavano in intensissimo celeste.

Nonostante il pavimento del cuile non era proprio il massimo, ci sembrava di aver dormito nel letto di un albergo a 5 stelle.

IL CUSIDORE

Con molta calma ci ricomponiamo, rimettiamo in sesto i nostri zaini e riprendiamo il nostro cammino.
Da ora proseguiamo per il sentiero 405 ma una volta arrivati sulla piana di Orgoi ci fermiamo ad ammirare il monte Cusidore (1147 mt), una maestosa parete di calcare verticalissima piazzata su questa bellissima piana (Orgoi).

Ci fermiamo diverso tempo e credo di aver consumato un intera batteria della GoPro nel fare foto da qualsiasi angolazione.
la sua geometria e la sua imponenza mi danno l'idea di una gigantesca Cattedrale.



VERSO LA VALLE DEL LANAITHO

Da qui decidiamo di fare una variante che porta al rifugio di sa Ohe.

Lasciato il Cusidore alle nostre spalle, iniziamo una ripida discesa sino alla piana di Sovana, facciamo diverse soste in alcuni cuili e si riprende la nostra discesa verso il rifugio di Sa Ohe.

La giornata era semplicemente spettacolare, il sole splendeva forte e il vento era del tutto assente.
Dopo la sfacchinata fatta il giorno prima, quest'escursione ci sembrava semplicissima passeggiata in campagna.



CONSIDERAZIONI FINALI

Un pò per il poco tempo a disposizione un pò per voglia di mettersi alla prova sportivamente, abbiamo deciso di unire le 2 tappe.
Che dire di questa scelta; ammetto che è stata veramente dura, soprattutto se i rifornimenti d'acqua vengono trasportati tutti nello zaino, ma con la giusta pianificazione, la giusta motivazione e buone gambe al seguito risulta fattibile, ma non mi sento di dire che sia stata una passeggiata.

Se fatta con tutte le tappe non è neanche particolarmente pesante, certo ci si deve saper organizzare bene con gli zaini, la logistica e sopratutto avere una discreta conoscenza dell'ambiente Supramontano, ma posso tranquillamente dire che ne vale veramente la pena.

Avere con sè dei buoni compagni di viaggio è fondamentale ed è per questo che mi sento di ringraziare i miei atleti, amici e compagni di quest'avventura, Salvatore Spirito, Massimo Paddeu, Giampaolo Pirisi e Salvatore Brichetto per aver sempre tenuto alto lo spirito, per aver riso e scherzato anche nei momenti più duri, per non aver mai messo in conto un solo istante di mollare, e sopratutto per avermi regalato grandi soddisfazioni mentali e sportive.

Grazie di cuore, non potevo avere con me gruppo migliore




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